Dare sempre la colpa all’uomo nero, per assolvere l’uomo bianco
La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne dovrebbe essere un momento di riflessione e azione concreta. Tuttavia, anche quest’anno il dibattito si è disperso in discussioni marginali. Si è parlato troppo di chi commette più violenza: italiani o stranieri, immigrati regolari o irregolari, come se la violenza potesse essere classificata. Una deriva che rischia di farci perdere di vista l’unico punto rilevante: la violenza contro le donne è una piaga ancora lontana dall’essere debellata.
Additare gli immigrati irregolari come principali responsabili non è solo un errore, ma anche una stupida autoassoluzione degli uomini italiani. Dare sempre la colpa all’“uomo nero” significa assolvere sempre l’“uomo bianco”. Questo spostare la responsabilità sugli “altri” evita di guardare alla radice del problema, profondamente radicato nella nostra società. È inquietante che questa narrazione sia alimentata anche da alcune donne, forse inconsapevoli di perpetuare stereotipi divisivi.
La violenza contro le donne, soprattutto quella che si consuma tra le mura domestiche, è particolarmente insidiosa. Rispetto a quella commessa dallo straniero, spesso più evidente e in fondo più arginabile, la violenza domestica è più difficile da individuare e contrastare. Parliamo di abusi perpetrati da compagni, mariti o ex partner, che sfociano anche in femminicidi. Questa forma di violenza si alimenta di una cultura che, in molti casi, tende a normalizzarla o nasconderla.
La violenza sulle donne non ha etnia, colore della pelle o passaporto; ha solo vittime e carnefici. Cercare giustificazioni o interpretazioni parziali non fa che perpetuare una spirale di negazione. Non è importante chi commette la violenza, ma che venga commessa.
Il rispetto delle donne e il ripudio della violenza sono lontani dall’essere principi universali. Non basta indignarsi; serve riconoscere che la violenza domestica, quella che si consuma nella presunta sicurezza delle case, è la più subdola e difficile da combattere. Non basta essere contro la violenza: serve agire perché questo non esista più.