Tavares si è dimesso, ma nessuno lo rimpiangerà
Carlos Tavares ha annunciato le sue dimissioni da amministratore delegato di Stellantis il 1° dicembre 2024, ponendo fine a una leadership che ha lasciato dietro di sé più ombre che luci. Celebrato inizialmente come un leader visionario, la sua gestione si è rivelata un amalgama di strategie miopi, conflitti interni e un’incapacità di adattarsi alle dinamiche di un mercato automobilistico in rapida evoluzione.
La difficile transizione verso l’elettrico
Nonostante Stellantis abbia investito miliardi nella transizione verso i veicoli elettrici, sotto Tavares l’azienda è rimasta indietro rispetto ai concorrenti. I modelli lanciati non sono riusciti a competere in termini di innovazione, prezzo e autonomia, consentendo ai produttori cinesi come BYD e ai leader del settore come Tesla di guadagnare terreno. Invece di guidare Stellantis verso il futuro, Tavares ha ancorato la compagnia a una visione conservativa e inadeguata per le sfide della mobilità sostenibile.
Una gestione “darwiniana” del personale
Il nome di Tavares è indissolubilmente legato a una gestione definita da Carlo Calenda come “darwiniana”. Tagli ai costi, chiusure di stabilimenti e decisioni che hanno sacrificato i lavoratori sull’altare della redditività di breve termine hanno segnato il suo mandato. La chiusura dello stabilimento di Vauxhall a Luton e la perdita di migliaia di posti di lavoro in Europa sono esempi emblematici di questa filosofia aziendale, che ha seminato risentimento tra i dipendenti e indebolito il tessuto sociale delle comunità coinvolte.
Il declino delle performance finanziarie
Le dimissioni di Tavares arrivano in un momento particolarmente difficile per Stellantis. Nel terzo trimestre 2024, il gruppo ha registrato un calo del 27% dei ricavi, scesi a 33 miliardi di euro. Le consegne consolidate sono diminuite del 20% rispetto all’anno precedente, con un calo del 17% in Europa e del 36% in Nord America. Il crollo delle vendite ha avuto un impatto significativo sui risultati finanziari dell’azienda. I minori volumi hanno inciso per 9,7 dei 12 miliardi di ricavi persi. Stellantis ha attribuito questi risultati negativi a “lacune produttive su diversi modelli per la transizione globale dei prodotti, riduzioni di inventario pianificate in Nord America e difficoltà in un mercato europeo impegnativo“.
Divergenze con Elkann e crisi di leadership
L’uscita di scena di Tavares arriva prima del previsto. L’azienda aveva dichiarato a ottobre di aver avviato un processo per trovare un successore, ma il manager stesso aveva affermato che sarebbe rimasto fino alla fine del suo mandato, all’inizio del 2026. Secondo indiscrezioni, Tavares avrebbe lasciato la sua posizione a causa di divergenze con alcuni dirigenti sul futuro della casa automobilistica. Questa interpretazione è stata confermata da Henri de Castries, senior independent director di Stellantis, che ha dichiarato: “Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il ceo. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il ceo alla decisione di oggi“.
Perché non rimpiangeremo Tavares
Il Ceo uscente lascia dietro di sé un’eredità fatta di opportunità sprecate, rapporti incrinati con i lavoratori e una compagnia che ora deve affrontare sfide enormi per riguadagnare credibilità sul mercato. La sua leadership, focalizzata sui tagli e sulla conservazione del passato, non ha saputo affrontare le sfide di un settore che richiede adattabilità, sostenibilità e innovazione.