Uomo di Musk in Italia, soluzione a crisi europea automotive era invenzione italiana ora in mano cinesi

Guglielmo Tornitore
04/12/2024
Interessi

Andrea Stroppa, azionista di Tesla, SpaceX, Neuralink e xAI, considerato “l’uomo di Musk” in Italia, lancia un monito sull’industria automobilistica europea. La crisi, secondo lui, non deriva dai motori elettrici ma dai metodi di produzione: “La crisi delle auto in Europa non è data dai motori elettrici, bensì da come vengono assemblate“. Stroppa critica in particolare le tecniche obsolete ancora in uso, che causano sprechi enormi. “Le case automobilistiche che prosperano utilizzano una tecnica innovativa di assemblaggio chiamata pressofusione. Chi l’ha inventata? Una azienda italiana ora in mano ai cinesi“, ha dichiarato.

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In Italia, Stroppa ha cercato di sensibilizzare il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) guidato da Adolfo Urso sulla necessità di dialogare con i pionieri italiani della pressofusione per creare un “campione nazionale” capace di rilanciare il settore. Tuttavia, secondo lui, le sue proposte non hanno ricevuto risposta. “Parole rimaste nell’aria”, dice letteralmente.

La tecnologia della pressofusione

La pressofusione, al centro delle proposte di Stroppa, è una tecnica innovativa che consente di produrre grandi componenti in alluminio in un unico pezzo. Ideata dall’azienda italiana Idra Group, questa tecnologia riduce drasticamente tempi e costi di produzione.

Le Giga Press, macchine di pressofusione alte quanto un edificio di quattro piani, permettono di sostituire fino a 160 componenti saldati con due pezzi unici, uno per il frontale e uno per il posteriore di un’auto. Secondo Riccardo Ferrario, direttore generale di Idra Group, i vantaggi sono molteplici: meno logistica, meno robot di saldatura, maggiore qualità, tempi di produzione ridotti e veicoli più leggeri.

Recenti analisi di mercato, come riportato da GlobeNewswire, evidenziano che la pressofusione integrata sta guadagnando terreno, con Tesla come leader di questa rivoluzione produttiva. Da quando l’azienda di Elon Musk ha introdotto una Giga Press da 6000 tonnellate, altri produttori hanno seguito il suo esempio. Case automobilistiche come BYD e NIO stanno rapidamente implementando questa tecnologia, mentre Stellantis e Volkswagen hanno solo recentemente avviato i propri programmi per la pressofusione integrata. L’interesse non si limita ai produttori stessi: la domanda sta portando alla crescita di fonderie di terze parti specializzate in pressofusione, che, secondo gli esperti, domineranno il mercato a lungo termine. La competizione sta accelerando lo sviluppo delle macchine di pressofusione, con nuovi progetti per presse ancora più potenti, fino a 8000 tonnellate.

Un’opportunità mancata per l’Italia?

Nonostante il successo globale, Idra Group, pur essendo nata in Italia, è oggi di proprietà cinese. Questo aspetto, per Stroppa, rappresenta una grande occasione persa per il sistema industriale italiano. “Un’eccellenza nazionale che avrebbe potuto rilanciare il settore automobilistico è sfuggita di mano“, ha commentato.

Ferrario, invece, guarda avanti con ottimismo: “Come quando eravamo maniscalchi e non ci siamo accorti che i cavalli non servivano più, ora stiamo vincendo la partita perché abbiamo scelto di evolverci in anticipo”.

Le criticità della pressofusione

La pressofusione è una tecnologia promettente, ma non priva di sfide. Alcuni esperti segnalano problemi legati alla formazione di porosità nei componenti, che possono influire sull’integrità strutturale e sulla resistenza meccanica. Inoltre, il processo è economicamente vantaggioso solo per produzioni su larga scala, a causa degli alti costi iniziali per macchinari e stampi. Infine, il design dei pezzi è soggetto a restrizioni tecniche, come spessori uniformi e angoli specifici, che possono limitare la flessibilità progettuale.

Gli approfondimenti di GlobeNewswire aggiungono ulteriori complessità al quadro. Il rapido sviluppo della pressofusione sta portando a una concentrazione del settore in pochi operatori specializzati. Questi attori, soprattutto in Cina, stanno guadagnando una posizione di forza, mentre in Europa il settore fatica a mantenere il passo. Questo spostamento verso un mercato dominato da terze parti potrebbe limitare l’autonomia strategica dei produttori europei, aumentando la dipendenza da fornitori esterni.

Un’ipotesi da esplorare

L’opinione di Stroppa evidenzia un tema cruciale: l’Europa è chiamata a ripensare i propri processi produttivi per competere con giganti come Tesla e i produttori cinesi. La pressofusione potrebbe rappresentare una risposta efficace, ma richiede un’attenta valutazione per capire se possa adattarsi alle esigenze dell’industria europea e ai modelli produttivi più diversificati.

Il rapido avanzamento di fonderie specializzate di terze parti pone inoltre domande sul controllo tecnologico e industriale nel lungo termine. L’innovazione resta comunque una priorità. La sfida per l’Europa è cogliere queste opportunità senza perdere di vista le complessità del mercato e le specificità delle sue realtà industriali.