Cosa è accaduto in Romania: dettagli, attori e infiltrazioni para-mafiose

Sofia Fornari
08/12/2024
Poteri

La Romania si trova al centro di una crisi democratica senza precedenti. Il 6 dicembre 2024, la Corte Costituzionale ha annullato i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali, citando gravi irregolarità e sospetti di interferenze esterne. Questa decisione è giunta pochi giorni dopo l’annuncio dei risultati, sollevando profondi interrogativi sulla vulnerabilità del processo democratico del Paese.

La vicenda e i suoi protagonisti

Il primo turno delle elezioni presidenziali, tenutosi il 24 novembre 2024, ha visto il candidato indipendente di estrema destra Călin Georgescu ottenere una pluralità di voti, seguito a sorpresa dalla candidata di centro-destra Elena Lasconi. Il candidato sostenuto dal Partito Social Democratico Romania, Marcel Ciolacu, primo ministro uscente, è risultato terzo. Questo risultato ha portato i due candidati al ballottaggio previsto per l’8 dicembre.

Tuttavia, subito dopo il primo turno, sono emerse le prime accuse di manipolazioni e anomalie nel conteggio dei voti, spingendo diverse forze politiche a richiedere un’indagine formale. Il quadro si è ulteriormente complicato quando le autorità hanno reso noto che vi erano prove di un possibile coinvolgimento di attori esterni, in particolare la Russia, in operazioni volte a destabilizzare il processo elettorale.

In più di una occasione, Georgescu aveva dichiarato di non aver speso nemmeno un leu (la moneta rumena) per la sua campagna elettorale, sostenendo che fosse interamente basata su volontari. Tuttavia, queste dichiarazioni stridevano con la diffusa percezione di una mobilitazione professionale, che soprattutto nelle ultime settimane di campagna elettorale aveva mostrato un impatto significativo sui principali social network, a partire da TikTok.

Gli attori del tentativo di infiltrazione

Le indagini preliminari hanno rivelato un complesso network di gruppi e individui legati al Cremlino coinvolti nel tentativo di influenzare le elezioni:

  • APT28 (Fancy Bear): Questo gruppo di hacker, affiliato all’intelligence militare russa (GRU), è sospettato di aver preso di mira i server elettorali romeni per alterare o compromettere i dati.
  • Portali filorussi: Piattaforme come Sputnik România e RT Actualități hanno diffuso contenuti volti a delegittimare i candidati pro-occidentali e a promuovere Georgescu come difensore della sovranità nazionale.
  • Campagne sui social media: È emerso che account su piattaforme come TikTok e Telegram, creati all’inizio del 2022, sono diventati improvvisamente attivi per promuovere Georgescu, con pagamenti significativi a influencer per amplificare il suo messaggio.
  • Oligarchi locali: Le autorità romene hanno condotto numerose perquisizioni in relazione a sospetti di finanziamenti illeciti alla campagna di Georgescu, focalizzandosi su proprietà legate a Bogdan Peschir, accusato di gestire una significativa campagna su TikTok a sostegno di Georgescu. Peschir, imprenditore di 35 anni e proprietario di aziende nel settore IT, conosciuto online come “Bogpr”, avrebbe utilizzato il suo account TikTok per effettuare donazioni superiori a un milione di euro a influencer incaricati di promuovere Georgescu sulla piattaforma. 

Questa rete complessa riflette un modus operandi già osservato in altre operazioni di destabilizzazione attribuite alla Russia, mirate a indebolire le istituzioni democratiche e rafforzare le proprie influenze geopolitiche.

La decisione della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale ha basato la sua decisione sull’articolo 146(f) della Costituzione della Romania, che le conferisce il potere di risolvere contestazioni riguardanti la costituzionalità di atti o procedure elettorali. Inoltre, ha fatto riferimento alla Legge n. 370/2004 sulle elezioni presidenziali, evidenziando violazioni procedurali che hanno compromesso la trasparenza del voto.

Nel comunicato ufficiale del 6 dicembre, la Corte ha stabilito che:

  1. L’intero processo elettorale è annullato.
  2. Il governo deve stabilire una nuova data per le elezioni e rivedere il programma elettorale, garantendo che le future procedure rispettino i principi di trasparenza e legalità.
  3. La decisione è definitiva e obbligatoria e sarà pubblicata nel “Monitorul Oficial”, la gazzetta ufficiale della Romania.

Qui in allegato il comunicato stampa della Corte Costituzionale:

Le autorità giudiziarie hanno anche raccomandato l’adozione di misure straordinarie per rafforzare la sicurezza informatica e garantire la trasparenza dei finanziamenti elettorali, alla luce delle accuse di interferenze esterne.

Le interferenze russe: una strategia multipla

Gli esperti hanno evidenziato che l’interferenza russa si sarebbe sviluppata attraverso una combinazione di cyber-attacchi e campagne di disinformazione:

  1. Attacchi informatici
    Fonti ufficiali hanno indicato che i sistemi di gestione elettorale romeni sarebbero stati presi di mira da hacker connessi al gruppo APT28, già noto per altre operazioni simili in Europa. Questi attacchi avrebbero mirato a compromettere la fiducia nel sistema elettorale, diffondendo dati falsi sui risultati preliminari.
  2. Disinformazione sui social media
    Canali associati a media filorussi avrebbero diffuso contenuti volti a delegittimare i candidati pro-occidentali, presentandoli come agenti dell’Occidente incapaci di difendere gli interessi nazionali. Parallelamente, Georgescu è stato descritto come il “difensore della sovranità”, un messaggio che ha trovato eco nei segmenti più euroscettici della popolazione.
  3. Sostegno occulto alle campagne elettorali
    Alcune organizzazioni non governative legate a Mosca avrebbero finanziato eventi e pubblicità in favore di candidati considerati più “neutralisti”, in primis Georgescu, creando un vantaggio competitivo sleale.

Reazioni internazionali

La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per l’annullamento delle elezioni in Romania e per le presunte interferenze russe. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha sottolineato l’importanza di proteggere l’integrità dei processi democratici e ha offerto assistenza per garantire elezioni libere e giuste.

L’Unione Europea ha chiesto un’indagine approfondita sulle interferenze straniere e ha sollecitato misure per rafforzare la sicurezza elettorale.

In Francia, il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che “la sovranità democratica di ogni nazione deve essere rispettata” e ha offerto il supporto della Francia per garantire la trasparenza delle future elezioni in Romania. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso “profonda preoccupazione” per le interferenze esterne e ha sottolineato l’importanza di un’Europa unita nel contrastare tali minacce.

In Italia, le reazioni sono state contrastanti. Il vicepremier Matteo Salvini – noto per i suoi rapporti diretti e indiretti con il governo russo – ha definito “pericoloso” l’annullamento del voto, suggerendo che la decisione potrebbe essere stata influenzata da pressioni esterne, come quelle di Bruxelles o di figure come George Soros. Al contrario, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso preoccupazione per le possibili influenze del Cremlino sul processo elettorale romeno, sottolineando la necessità di difendere la democrazia dalle ingerenze straniere.

Un momento cruciale per la Romania e l’Europa

Questo episodio rappresenta un momento cruciale per la Romania. La reputazione delle sue istituzioni democratiche è a rischio, e il governo dovrà ora dimostrare di poter garantire elezioni libere e trasparenti. Inoltre, è probabile che questa crisi porti a una revisione profonda della sicurezza elettorale e delle leggi sul finanziamento delle campagne.

La democrazia europea è stata messa alla prova. L’annullamento delle elezioni presidenziali in Romania, deciso dalla Corte Costituzionale, non è solo una questione interna: rappresenta l’ennesima offensiva contro i valori fondanti dell’Unione Europea. Interferenze straniere, manipolazioni elettorali e campagne di disinformazione orchestrate da attori esterni hanno dimostrato quanto sia fragile il processo democratico anche nel cuore dell’Europa. Questa crisi non riguarda solo la Romania: è un monito per l’intero continente.

Mai prima d’ora un’elezione presidenziale in Romania era stata annullata. Questo fatto rappresenta un chiaro segnale per tutta l’Europa: le democrazie moderne, anche all’interno dell’Unione Europea, non sono immuni a manipolazioni e attacchi esterni.

Le infiltrazioni russe come le infiltrazioni mafiose

Sottovalutare le infiltrazioni russe nelle elezioni democratiche dei Paesi europei sarebbe come accettare l’impatto delle infiltrazioni mafiose nelle elezioni locali italiane: un atto di miopia collettiva che mina i principi fondanti della democrazia. Così come le organizzazioni criminali distorcono il processo elettorale per consolidare il loro potere a livello territoriale, le interferenze russe agiscono su scala geopolitica, cercando di dividere l’Europa dall’interno e di indebolire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. In entrambi i casi, il risultato è un sistema politico compromesso, incapace di rappresentare veramente la volontà popolare e vulnerabile alla manipolazione di attori esterni. Non reagire con forza e unità a queste minacce significa accettare un graduale svuotamento dei valori democratici che costituiscono il cuore dell’Unione Europea. La risposta della Romania a questa crisi definirà non solo il futuro politico del Paese, ma anche il suo ruolo nella difesa dei valori democratici europei.