Rutte (NATO) all’Europa: Si vis pacem para bellum

Difesa UE Rutte
Eugen Richter
22/12/2024
Orizzonti

Mark Rutte, segretario generale della NATO, non si è nascosto dietro le parole. Al Carnegie Institute di Bruxelles ha lanciato un avvertimento che suona come uno schiaffo d’adrenalina: l’Europa deve svegliarsi, prepararsi, adottare una vera e propria mentalità di guerra. Non per combattere, ma per proteggere la pace.

Non siamo in guerra, dice, ma nemmeno in pace. Il pericolo bussa alla porta, e ciò che accade in Ucraina oggi potrebbe presto replicarsi altrove, senza annunciare il suo arrivo con troppo anticipo.

Un messaggio senza filtri: più investimenti per la difesa

È un messaggio spoglio di giri di parole: bisogna spendere di più per la difesa. Non basta il famoso 2% del PIL, ormai superato. Servono più soldati, più mezzi, più ricerca, più innovazione. Perché senza sicurezza non c’è libertà. Non ci sono scuole, né ospedali, né aziende.

Di fronte alla cronica mancanza di personale a terra, l’appello è chiaro: rimboccarsi le maniche e agire. Non tra anni, ma ora, perché la storia non attende gli indecisi.

L’industria della difesa sotto pressione

L’industria della difesa non è risparmiata. Basta lamenti, bisogna produrre. I fondi ci sono e cresceranno, ma serve accelerare. Rutte chiama in causa i cittadini, chiedendo loro di mettere pressione su banche e fondi pensione per sbloccare investimenti. Nessun tentennamento: la difesa non è un lusso, è una priorità.

Se si rinuncia a questa consapevolezza, il gioco delle potenze globali diventa un effetto domino fuori controllo. La guerra in Ucraina, infatti, non è solo una faccenda europea. Se finisce male, il messaggio a Xi Jinping su Taiwan potrebbe essere devastante. Non esistono zone franche, né angoli del mondo dove rifugiarsi: ogni compromesso debole diventa un precedente, ogni cedimento una molla caricata per esplodere in altre aree sensibili.



L’Europa deve fare di più per se stessa

C’è poi la parentesi Trump: su un punto ha ragione, l’Europa deve fare di più. Non per compiacere gli Stati Uniti, ma per proteggere se stessa. La sicurezza non è una moneta di scambio, ma il fondamento di tutto il resto. Non esistono più scuse e non esiste più tempo per tergiversare, mentre i confini della stabilità si assottigliano.

Leadership e scelte difficili

Rutte incalza, insiste, non concede spazi di comfort. L’Europa ha bisogno di una leadership politica pronta a scelte difficili. Una mentalità nuova, capace di anticipare le crisi e di garantire che ci sia un “domani” per il modello di vita europeo.

La pace non è regalata, né scontata. Oggi bisogna agire con lucidità e nervi saldi, senza più illudersi che il benessere sia una condizione immutabile. Domani potrebbe essere troppo tardi, e le generazioni future non perdonerebbero la nostra cecità.