Violenze, sequestri e perquisizioni arbitrarie: il costo del dissenso in Georgia

Natia Mezvrishvili denuncia gravi violazioni dei diritti umani in Georgia, con arresti, maltrattamenti e detenzioni arbitrarie orchestrate dal governo
Luca Cadonici
14/12/2024
Poteri

Natia Mezvrishvili è una giurista e politica georgiana, attualmente Vicepresidente del partito di opposizione “Per la Georgia”, fondato dall’ex Primo Ministro Giorgi Gakharia. Con una lunga carriera che include ruoli di rilievo come Vice Ministro degli Interni e capo dell’Amministrazione Governativa, si è distinta per il suo impegno nel promuovere riforme democratiche e nell’integrazione europea della Georgia.

Negli ultimi giorni, Mezvrishvili ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani in Georgia attraverso una serie di interventi pubblici. Basandosi su testimonianze, foto e video, ha evidenziato un pattern di azioni repressive organizzate dal governo per intimidire i cittadini che protestano contro presunti atti di tradimento contro lo stato e la Costituzione. Secondo le sue analisi, l’intero apparato statale, in collaborazione con reti criminali informali, è coinvolto in operazioni punitive orchestrate sotto la direzione di Bidzina Ivanishvili.

Bidzina Ivanishvili, imprenditore e politico georgiano, è il fondatore del partito di governo “Sogno Georgiano”. Sebbene si sia ritirato dalla politica attiva, mantiene un’influenza significativa dietro le quinte, con accuse di orientare il paese verso la sfera russa e di allontanarlo dalle aspirazioni occidentali.

Le evidenze riportate includono l’uso di forze speciali, polizia e gruppi mascherati informali per arrestare, aggredire e detenere i manifestanti. Molti detenuti riferiscono di essere stati sottoposti a maltrattamenti fisici, trasferiti in autobus dove le violenze sono proseguite, e portati in strutture di detenzione senza accesso tempestivo a consulenza legale o assistenza medica. Alcuni sono stati presentati dinanzi al tribunale, descritto come sotto il controllo di un “clan”, dove sono stati sottoposti a ulteriori misure punitive, come multe elevate o pene detentive.

Testimonianze rivelano inoltre casi di violenze gratuite, sequestri illegali e perquisizioni arbitrarie, spesso senza mandato o documentazione formale. Detenuti riferiscono di essere stati aggrediti per motivi legati al loro ruolo professionale o alla loro espressione di dissenso. Alcuni esempi includono medici, giornalisti e attori, che hanno denunciato abusi per aver espresso opinioni contrarie o per il loro coinvolgimento in proteste.

Un elemento particolarmente allarmante è l’accusa che la polizia e altri organi di vigilanza osservino passivamente gli abusi senza intervenire, mentre le richieste di detenzione vengono approvate sistematicamente dai tribunali senza alcuna revisione sostanziale. Secondo Mezvrishvili, tutto questo fa parte di una strategia volta a instillare paura e reprimere qualsiasi forma di dissenso.

Mezvrishvili ha descritto questa campagna come un’operazione sistematica e coordinata, con schemi ripetuti di azioni e inazioni. Sottolinea che tali azioni sono dirette da un’unica fonte con direttive chiare, con Ivanishvili che supervisiona il processo attraverso attori designati. Secondo Mezvrishvili, queste operazioni costituiscono la più ampia repressione dei cittadini vista negli ultimi 30 anni, caratterizzata da tortura e trattamenti inumani rivolti a individui che esprimono opinioni contrarie al regime. Le risorse statali, in collaborazione con gruppi criminali, sono utilizzate per punire e instillare paura nella società.

Mezvrishvili prevede che, oltre alla giustizia nazionale, la leadership illegittima del “Sogno Georgiano” dovrà affrontare verdetti da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Strasburgo) e probabilmente anche dalla Corte Penale Internazionale (L’Aia). Questo denuncia il livello di impunità e abuso sistematico, che, secondo Mezvrishvili, rappresenta una minaccia per i diritti fondamentali e la democrazia in Georgia.