Il potente appello di Draghi all’Europa: innovare per conservare

Piercamillo Falasca
16/12/2024
Orizzonti

“Tutti noi vogliamo la società che l’Europa ci ha promesso, una società in cui possiamo sostenere i nostri valori indipendentemente da come cambia il mondo intorno a noi. Ma non abbiamo un diritto immutabile per la nostra società di rimanere sempre come lo desideriamo. Dovremo lottare per mantenerlo” (Mario Draghi)

Mario Draghi torna sulla scena con un messaggio forte e chiaro: l’Europa non può permettersi di rallentare. Parlando a Parigi, al Simposio Annuale del Centre for Economic Policy Research, l’ex premier e presidente della BCE ha lanciato un appello per un’Europa che riprenda in mano il suo destino. Basta tentennamenti, è tempo di azione.

Per Draghi, il rischio è enorme: un’Unione Europea che, tra 25 anni, si troverà con lo stesso PIL di oggi, ma costi pubblici fuori controllo e un divario sempre più grande con i giganti globali.

Il modello “export-salari bassi” è ormai obsoleto. La crescita va sbloccata con investimenti mirati e riforme audaci. L’ex inquilino dell’Eurotower punta sul mercato unico e su quello dei capitali, due motori rimasti al palo troppo a lungo. “Senza riforme strutturali, il futuro dell’Europa sarà stagnazione e declino” avverte.

Il quadro globale non aiuta. La Cina rallenta, ma le sue aziende crescono in competitività. Gli Stati Uniti, sotto la nuova amministrazione, sono sempre meno disposti a fungere da acquirenti di ultima istanza per l’Europa. Draghi è netto: Gli USA stanno riequilibrando la domanda globale. Per noi è un campanello d’allarme”.

Cosa fare? Investire. E subito. L’ex premier italiano parla di cifre imponenti: 800 miliardi di euro per transizione energetica, digitale e difesa. Per trovarli, servono strategie nuove e una forte collaborazione pubblico-privata.

L’idea di un debito comune europeo affiora, ma Draghi avverte: non è ancora il momento. Prima le riforme. “Non possiamo pensare al debito comune senza aver già messo in moto cambiamenti strutturali per aumentare il nostro potenziale di crescita” spiega.

Nel frattempo, però, l’Europa ha un’opportunità unica: sfruttare il periodo di aggiustamento previsto dalle nuove regole fiscali dell’UE, che garantiscono agli Stati membri una transizione graduale verso il rispetto dei vincoli di bilancio più rigidi. Questo periodo di sette anni consentirebbe di liberare fino a 700 miliardi di euro di spazio fiscale da destinare agli investimenti pubblici. Draghi sottolinea che questo margine rappresenta una fetta significativa del fabbisogno di risorse necessario per affrontare le sfide strutturali e sostenere la crescita.

È un’occasione da non sprecare,” insiste ancora Super Mario, “perché permette di investire subito senza aspettare riforme complesse o nuove decisioni politiche sul debito comune.”

Draghi chiude il discorso con una visione chiara: meno compressione salariale, più riqualificazione della forza lavoro. Non basta flessibilità, servono competenze. Non basta resistere, serve innovare.

Aggiungiamo noi: più innovazione significa anche meno regolazione. Possono non piacerci le sortite provocatorie di Elon Musk contro la Commissione europea definita “monumento alla burocrazia”, ma c’è da assumere con onestà intellettuale che negli ultimi decenni il decisore pubblico europeo si è illuso che le regole facessero l’innovazione, in campo ambientale, tecnologico e industriale, lasciando purtroppo che altri – dagli Stati Uniti all’Estremo Oriente – guadagnassero la frontiera dell’innovazione.

L’Europa ha bisogno di un piano ambizioso, di una visione comune. E soprattutto di azione. Non possiamo restare fermi mentre il resto del mondo corre“.

Un appello che non lascia spazio a scuse: il momento di scegliere è adesso. Riforme o declino. Investimenti o stagnazione. L’Europa ha la possibilità di riscrivere la sua storia. Ma deve farlo in fretta. Un manifesto politico perché ci ricorda che l’Europa non è un diritto acquisito, ma una costruzione continua. Non possiamo limitarci a difendere ciò che siamo: per proteggere i nostri valori, dobbiamo guidare il cambiamento invece di subirlo.

Quando afferma che “non abbiamo un diritto immutabile per la nostra società di rimanere sempre come lo desideriamo”, Mario Draghi ci invita ad abbandonare l’immobilismo e a scegliere un’Europa che cresce e innova, capace di affrontare le sfide globali e di riformarsi per rimanere fedele ai suoi principi. Cambiare per preservare ciò che rende l’Europa unica.