Intelligenza artificiale: l’Europa s’è desta?

È un risveglio che arriva da Bruxelles e si fa sentire fino a Parigi: l’Unione Europea ha annunciato la creazione di un fondo comunitario da 20 miliardi di euro per promuovere ricerca e innovazione nell’intelligenza artificiale. L’obiettivo, dichiarato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è quello di mobilitare fino a 200 miliardi di euro di investimenti e competere ad armi pari con Stati Uniti e Cina. Ma andiamo con ordine.
La nuova strategia UE
La Commissione europea ha comunicato l’intenzione di costruire quattro “giga-stabilimenti” dedicati all’IA, grazie a quello che, secondo le parole dell’esecutivo comunitario, diventerà “il più grande partenariato pubblico-privato del mondo” in questo settore. È un progetto ambizioso, che mira a mettere a disposizione di tutte le aziende – non solo delle più grandi – la potenza di calcolo necessaria a spingere avanti la frontiera dell’innovazione.
«Vogliamo che l’Europa sia uno dei continenti leader nell’intelligenza artificiale», ha detto von der Leyen durante una conferenza a Parigi. “Troppo spesso si sente dire che l’Europa è in ritardo, ma la corsa all’intelligenza artificiale è solo all’inizio”.
Non sono stati ancora forniti dettagli precisi sulla provenienza dei fondi, anche se la stessa Commissione ha lasciato intuire un coinvolgimento della Banca europea degli investimenti (BEI), citando la sua presidente, Nadia Calviño: «Insieme alla Commissione europea, il Gruppo BEI sta intensificando il sostegno all’intelligenza artificiale, un fattore chiave per l’innovazione e la produttività in Europa».
Il piano francese
Sullo sfondo di questa iniezione di capitali europei, la Francia si muove a grandi passi per confermarsi hub dell’IA, soprattutto grazie alla presenza di poli tecnologici a Parigi, Sophie Antipolis, Marsiglia e Grenoble. Il presidente Emmanuel Macron, alla vigilia del Sommet pour l’action sur l’IA, ha anticipato un massiccio sforzo di investimenti privati che raggiungerà i 500 miliardi di euro in quattro anni, di cui 100 già nel 2025. Parlando alla televisione, Macron ha fatto notare che, in proporzione al numero di abitanti, questo impegno è paragonabile a quello di 500 miliardi annunciati negli Stati Uniti dall’amministrazione Trump per “The Stargate Project”.
In Francia la componente pubblica sarà contenuta a causa delle ristrettezze di bilancio (il deficit annuale tocca già il 5,4%). Macron conta però su diverse leve: la formazione di 100 mila persone l’anno, finanziata con 360 milioni di euro; l’intervento di Bpi France (emanazione della Caisse des dépôts et consignations) con 10 miliardi fino al 2029; le grandi imprese private, attratte dai costi contenuti dell’energia francese, abbondante grazie alle centrali nucleari. «Grazie al nucleare, abbiamo l’energia più decarbonizzata d’Europa», ha dichiarato il presidente, che ha rivendicato la sostenibilità dei data center francesi: «I data center in Francia non sono come quelli negli Usa, dove si usano petrolio e gas. Si tratta di data center puliti».
Verso una regolamentazione “semplice”
Uno dei nodi centrali, ricorda Macron, è la regolamentazione: «C’è il rischio che alcuni decidano di non averne, ma c’è anche il pericolo opposto: troppa rigidità. Non dobbiamo avere paura dell’innovazione». Un tema che la Commissione europea intende affrontare oggi stesso, a Parigi, con l’annuncio della strategia europea per l’IA. «È il risveglio della strategia europea», ha sottolineato Macron, auspicando di semplificare le procedure di autorizzazione per la ricerca e le sperimentazioni cliniche.
Dietro questo approccio più agile si cela la volontà di non frenare l’adozione dell’IA, mantenendo però un occhio di riguardo per la tutela dei diritti d’autore e della creatività umana. «La creatività resta umana», ha ribadito il presidente francese, invitando le imprese a “comprare europeo” e, allo stesso tempo, a “correre veloci” per non perdere il passo rispetto ad altri Paesi.
Gli investimenti privati
Il fermento si tocca con mano: diverse imprese hanno già annunciato nuovi progetti o importanti iniezioni di capitali, tra cui un consorzio guidato dagli Emirati Arabi con 30-50 miliardi per creare il più grande campus di data center in Europa; il fondo canadese Brookfield, pronto a investire 20 miliardi a Cambrai, nel Nord della Francia; la francese Iliad, con un piano da 3 miliardi; e ancora Orange, Thales, Mistral IA, Amazon, Digital Reality, Prologis, Evroc, Equinix e Telehouse. Molti dettagli saranno svelati al prossimo Sommet Choose France 2025.
Il vento nuovo dell’innovazione europea
Con rinnovato entusiasmo rispetto alle sue posizioni del passato, l’imprenditore e analista Ole Lehmann ha commentato in un post online: “Tutti dicono che l’Europa non può competere con l’America nella tecnologia. Ma 48 ore fa, il ‘Le Chat’ di Mistral ha appena dimostrato il contrario: 13 volte più veloce di ChatGPT, 100% open-source e completamente gratuito”. E ancora: “La Silicon Valley sa che l’innovazione europea è tornata. Mistral dimostra che non servono fondi illimitati o ecosistemi chiusi, ma pragmatismo e strategia”.
È un’Europa che, pur consapevole dei propri ritardi, vuole accelerare e semplificare. «Bisogna andare veloci, sempre più veloci», ha concluso Macron, evocando l’esempio del cantiere di Notre Dame come modello di efficienza e rapidità. In ballo c’è il futuro della competitività e della crescita economica del Vecchio Continente. Dopo molti anni di diffidenze e tentennamenti, forse è proprio il caso di dire: l’Europa dell’IA si è davvero desta.