Il piano di Francia e UK mette in mora Trump: con noi o con Putin?
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Francia e Gran Bretagna hanno messo a punto un progetto per garantire la sicurezza dell’Ucraina in caso di cessate il fuoco con la Russia, che prevede il dispiegamento di almeno 30.000 militari come forza di mantenimento della pace. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, il leader laburista britannico Keir Starmer potrebbe presentare la proposta durante una visita a Washington la prossima settimana.
Il piano affida a Gran Bretagna e Francia la responsabilità di proteggere l’Ucraina direttamente sul campo, a condizione che gli Stati Uniti e altri Paesi della Nato forniscano copertura aerea. Le forze ucraine, invece, sarebbero incaricate di pattugliare una zona demilitarizzata lungo l’intera linea del fronte, mentre una “forza di rassicurazione” anglo-francese presiderebbe i principali siti infrastrutturali.
La presenza di truppe occidentali dovrebbe dissuadere la Russia da nuovi attacchi: aerei da combattimento e batterie di missili statunitensi rimarrebbero in allerta presso basi dell’Europa orientale, mentre risorse aeree e navali della Nato continuerebbero a svolgere missioni di ricognizione sull’Ucraina e nel Mar Nero.
Perché l’Europa che conta sono ancora gli eredi di Churchill e De Gaulle
Nonostante la Brexit e a dispetto della forza industriale tedesca, il peso geopolitico di un’Europa capace di difendere e difendersi ricade ancora sugli eredi di Winston Churchill e Charles de Gaulle. Francia e Regno Unito, dotati di forze armate altamente professionali e di un’esperienza militare di lunga tradizione, rimangono i cardini di un potenziale di intervento che può garantire la sicurezza europea ben oltre i confini dell’Ue.
La variabile impazzita resta Trump
Restano tuttavia due variabili cruciali: la disponibilità di Vladimir Putin a negoziare un accordo che preveda la presenza di truppe europee in Ucraina, finora categoricamente esclusiva, e soprattutto la capacità di Trump di tenere il punto sull’imprescindibilità del coinvolgimento europeo.
Da questo punto di vista, la mossa di Starmer di presentare il piano a Trump equivale a una sfida implicita: dimostrare la buona fede dei britannici e degli europei e confermare che l’obiettivo non è la fine del conflitto fine a se stessa, ma una pace giusta. Un eventuale rifiuto di Trump al piano Starmer-Macron, dettato dai niet di Mosca, equivarrebbe ad ammettere che l’unica via per la pace è la resa dell’Ucraina e, di fatto, la sottomissione degli stessi Stati Uniti alla volontà di Putin.