Lo scudo per la democrazia: la proposta di Azione per evitare casi Georgescu

La decisione odierna dell’Ufficio Elettorale Centrale (BEC) di escludere Călin Georgescu dalla competizione presidenziale del 4 maggio 2025 rappresenta un atto di responsabilità e un segnale forte a tutela della legittimità del processo elettorale. Non si tratta di una manovra politica per ostacolare un candidato popolare, bensì di una misura necessaria per garantire il rispetto della legge e salvaguardare la sicurezza nazionale, in un momento in cui la Romania affronta delicate sfide interne ed esterne.
Le accuse contro Georgescu e il contesto dell’annullamento delle elezioni
La decisione del BEC si inserisce in un contesto particolarmente critico. Le elezioni presidenziali di novembre 2024 sono state annullate dalla Corte Costituzionale romena dopo la pubblicazione di documenti desecretati che hanno rivelato interferenze russe a favore di Georgescu. Questa scoperta ha gettato un’ombra gravissima sull’integrità del voto e ha reso imprescindibile la massima cautela nella selezione dei candidati per le nuove elezioni.
A febbraio 2025, Georgescu è stato posto sotto controllo giudiziario con accuse gravi, tra cui false dichiarazioni sui finanziamenti della sua campagna elettorale, diffusione di informazioni potenzialmente destabilizzanti per il Paese e incitamento contro l’ordine costituzionale. Il sequestro di milioni di dollari in criptovalute riconducibili ai suoi collaboratori e le indagini sui suoi presunti legami con la Russia confermano la fondatezza delle preoccupazioni istituzionali. Permettere la sua candidatura avrebbe potuto compromettere la stabilità democratica e l’affidabilità dell’intero processo elettorale.

Le reazioni politiche: tra accuse di “golpe” e difesa della democrazia
La decisione di escludere Georgescu ha suscitato reazioni contrastanti in Europa e in Italia. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha definito la misura un “euro-golpe”, sostenendo che si tratti di un complotto per impedire la vittoria di un candidato scomodo: “Respinta in Romania la candidatura di Călin Georgescu. Un euro-golpe in stile sovietico. Prima annullano – a urne aperte – le elezioni che stava vincendo, poi lo arrestano, poi addirittura lo escludono dalle elezioni per paura che vinca. Altro che ‘riarmare l’Europa’, qui bisogna rifondarla per difendere la Democrazia.”
Di segno opposto l’intervento di Marco Lombardo, senatore di Azione, che ha ribadito la necessità di difendere la democrazia dalle ingerenze esterne: “La vicenda di Georgescu dimostra quanto sia necessario ed urgente, a livello europeo e nazionale, dotarsi di uno Scudo Democratico per fermare le ingerenze straniere PRIMA del voto e tutelare la fiducia dei cittadini nei processi elettorali.”
In questa direzione si inserisce la proposta di legge che Azione presenterà lunedì 10 marzo presso la Camera dei Deputati, denominata “Istituzione di uno scudo democratico a difesa del libero esercizio del diritto di voto”. Il provvedimento mira a contrastare la diffusione di contenuti falsi o manipolati attraverso canali di informazione e social media, e a impedire il flusso di finanziamenti provenienti da Stati esteri o organizzazioni sotto il loro controllo, finalizzati ad alterare il processo elettorale. Alla presentazione parteciperanno, oltre allo stesso Lombardo, il segretario del partito Carlo Calenda, insieme ai deputati Matteo Richetti, Ettore Rosato e Federica Onori.
Perchè occorre una cornice legislativa
La vicenda rumena conferma la difficoltà del contesto in cui le istituzioni si sono trovate a operare per difendere la democrazia. La scelta di escludere Georgescu, pur apparendo drastica, riflette la necessità di evitare ingerenze esterne e di salvaguardare la stabilità del Paese in un momento di crisi. Tuttavia, il ricorso a provvedimenti di questo tipo espone la magistratura al rischio di dover supplire alle carenze della politica, assumendo un ruolo “creativo” che non le appartiene.
È qui che la proposta di legge presentata da Azione assume un valore ancora più centrale: offrire un quadro normativo chiaro e condiviso per bloccare interferenze straniere e flussi di finanziamento illeciti, senza dover ricorrere a soluzioni eccezionali. In un’Europa scossa da spinte destabilizzanti, l’iniziativa di Azione appare dunque sempre più opportuna e necessaria, perché ridà alla politica la piena responsabilità di tutelare la libera democrazia, senza costringere magistratura e autorità elettorali a interventi d’urgenza che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.