Caro Donald, facciamo i conti

Due uomini che discutono animatamente in un ufficio, con espressioni tese e uno sfondo che richiama la Casa Bianca.
Riccardo Lo Monaco
02/03/2025
Poteri

Un Donald Trump degno del Capone interpretato da Robert De Niro che, spalleggiato dal suo vice, amico dei neonazisti tedeschi, grida all’indirizzo di Zelensky “sei solo chiacchiere e distintivo”. Questo è quello che abbiamo visto in diretta dallo studio ovale della Casa Bianca.

Gli Usa sono ormai passati dall’essere paladini del mondo libero a taglieggiatori, estorsori dei loro stessi alleati. Tutto per Trump ha un corrispettivo economico, e se non ce l’ha, non vale la pena di esser preso in considerazione. Ecco che la fine della guerra nella striscia di Gaza è utile solo se poi mette quel territorio palestinese sotto il controllo degli Stati Uniti con tanto di pulizia etnica. Ecco che l’invasione russa dell’Ucraina e la guerra che Putin ha scatenato diventano il miglior assist per taglieggiare il popolo ucraino, cercando di depredarlo delle sue materie prime con la minaccia di far finire il paese nelle mani di Putin; ecco che mentre l’Unione Europea ritiene che i soldi spesi per aiutare la resistenza ucraina siano un investimento in sicurezza, per il presidente USA i miliardi di dollari spesi devono essere restituiti. E così un loop fatto di “restituite!”, “pagate!” rivolto anche agli alleati europei membri NATO.

Cosa pretenderebbe Trump dall’Italia?

E cosa pretenderebbe Trump a restituzione di quanto “prestato” all’Italia? Forse il Colosseo e gli Uffizi da radere al suolo per far spazio a un paio di kitschissime Trump Tower? Magari una decina di statue dorate quanto i suoi capelli a ornare le maggiori piazze italiane come neanche il miglior Saddam Hussein?

Ma siamo proprio sicuri che gli USA possano vantare tutto questo credito nei confronti degli alleati europei? Cerchiamo di capire, seguendo la logica trumpiana, chi abbia speso e chi beneficiato nel rapporto USA-Europa.

I costi della NATO: chi paga davvero?

Prendiamo ad esempio i costi relativi all’appartenenza alla NATO che sembrerebbero andare a totale svantaggio degli USA e a totale vantaggio di un’Europa dipinta come parassita che campa alle spalle dell’alleato americano. Ebbene vogliamo dire una volta per tutte che dal 1949 l’unico paese appartenente all’alleanza atlantica che abbia invocato il famoso articolo 5, quello che impegna tutti gli alleati a intervenire a sostegno di un paese aggredito, sono stati gli USA all’indomani degli attentati dell’11 settembre? Vogliamo prendere in considerazione quanto è stato speso dagli alleati europei per via dell’attivazione di quel dispositivo? Quanto è costata la partecipazione alle guerre in Afghanistan e Iraq, quanto abbiamo speso per i supporti logistici, per far fronte alle ondate migratorie conseguenti e, non da ultimo, per far fronte al fenomeno terroristico di ritorno che ha insanguinato l’Europa mentre gli americani – per dirla alla Trump – stavano e stanno tranquilli a casa loro?


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Chi ha davvero un credito da reclamare?

Lo vogliamo dire a quel bullo che siede alla Casa Bianca che se c’è qualcuno che deve reclamare un credito, non solo in termini economici, questa è l’Europa? Glielo vogliamo dire che proprio l’appartenenza alla NATO ha permesso agli Stati Uniti di egemonizzare il mercato e la cultura europei, arricchendosi e assumendo una posizione dominante in quasi tutti i settori?

Cosa accadrebbe se qualcuno, sempre seguendo la “logica” trumpiana, iniziasse a dire che più di settant’anni di deposito di armamenti americani nei paesi europei hanno un costo e che il conto deve essere pagato dall’alleato americano? Cosa accadrebbe se un capo di stato o di governo europeo si svegliasse e iniziasse a requisire le armi nucleari americane presenti sul suo territorio come corrispettivo di quanto “prestato” agli Stati Uniti, diventando così, in barba al diritto internazionale e al principio di legalità di cui Trump fa quotidianamente carta straccia, una potenza nucleare?

È tempo di cambiare atteggiamento

Il buon Sandro Pertini soleva dire “a brigante, brigante e mezzo”. Forse, cara Unione Europea, è il caso di iniziare a trattare i briganti come tali, senza più troppe remore, anche perché oltreoceano hanno ormai deciso di calpestare la storia, il diritto internazionale e anche il buon senso.