DeepSeek, Huawei e la sfida a Nvidia: nuovi scenari per i chip IA

Sofia Fornari
29/01/2025
Interessi

Nel mondo dell’intelligenza artificiale, le GPU, ovvero i processori grafici, sono diventate un elemento fondamentale per l’addestramento e l’esecuzione dei modelli di machine learning. Fino ad oggi, Nvidia ha dominato questo settore con la sua serie di chip avanzati, come l’H100, e con un ecosistema software proprietario, CUDA, che ha reso il suo hardware quasi insostituibile. Tuttavia, la crescente competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina sta accelerando la ricerca di alternative, e una delle più promettenti arriva proprio da Huawei, supportata da DeepSeek, l’azienda cinese specializzata nell’intelligenza artificiale che ha recentemente sconvolto il mondo IA con il rilascio del suo nuovo modello DeepSeek V3.

DeepSeek ha annunciato che DeepSeek V3 sarà compatibile fin da subito con i chip Ascend di Huawei, una scelta strategica che punta a ridurre la dipendenza dalla tecnologia americana. Il cuore di questa sfida è il processore Huawei 910C, progettato per competere con l’Nvidia H100, il chip di riferimento per l’intelligenza artificiale. Mentre l’H100 è considerato il leader del settore per prestazioni e stabilità, il 910C offre una potenza significativa, con capacità sia di addestramento che di inferenza dei modelli di IA. Questo significa che può essere utilizzato sia nella fase di sviluppo, in cui il modello viene “allenato” con enormi quantità di dati, sia nella fase di utilizzo pratico, quando il modello è pronto per essere applicato in scenari reali, come il riconoscimento vocale, la generazione di immagini o l’analisi di dati complessi.

La forza di Nvidia: hardware e software in un ecosistema chiuso

Il vero vantaggio di Nvidia, però, non sta solo nella potenza delle sue GPU, ma nel suo ecosistema software. CUDA, la piattaforma sviluppata da Nvidia, permette agli sviluppatori di ottimizzare le loro applicazioni in modo estremamente efficiente e di sfruttare al massimo le capacità hardware delle GPU. Fino a oggi, questo ha rappresentato una barriera all’ingresso per eventuali concorrenti, perché migrare interi sistemi di intelligenza artificiale su un hardware diverso da quello Nvidia sarebbe stato estremamente complesso e costoso. Huawei ha trovato una soluzione a questo problema sviluppando CUNN, un’alternativa a CUDA che permette di convertire il codice con un semplice comando. In altre parole, le applicazioni AI che funzionano su Nvidia possono essere adattate rapidamente per girare sui chip Huawei, riducendo significativamente il problema della compatibilità software.

Le prime sperimentazioni hanno dimostrato che il Huawei 910C raggiunge circa il 60% delle prestazioni di Nvidia H100 nell’inferenza, cioè nell’uso pratico dei modelli già addestrati. Tuttavia, gli ingegneri di DeepSeek stanno lavorando per ottimizzare manualmente i kernel, ossia le funzioni più critiche per la gestione del calcolo, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente le prestazioni. Questo potrebbe portare a una riduzione del divario tra le soluzioni cinesi e quelle americane.

La corsa tecnologica tra Cina e Stati Uniti

L’impatto di questa evoluzione va oltre il semplice confronto tecnologico. La corsa ai chip per l’intelligenza artificiale è diventata una questione strategica e geopolitica di primaria importanza. Gli Stati Uniti hanno imposto severe restrizioni all’export di GPU avanzate verso la Cina, temendo che queste tecnologie possano essere utilizzate non solo per sviluppare nuove applicazioni civili, ma anche per potenziare le capacità militari e di sorveglianza del governo cinese. Di conseguenza, aziende come Huawei e DeepSeek non hanno altra scelta se non quella di sviluppare una propria infrastruttura, per ridurre la dipendenza da fornitori americani e garantire la continuità dei loro progetti.

Se questa strategia avrà successo, potremmo assistere a una svolta significativa nel mercato dei chip AI. Oggi Nvidia è l’indiscusso leader del settore, ma se l’industria cinese riuscisse a produrre hardware competitivo, le aziende di tutto il mondo potrebbero iniziare a considerare alternative più economiche e meno soggette alle restrizioni commerciali statunitensi. Per ora, Nvidia mantiene un vantaggio netto, soprattutto nell’addestramento dei modelli, dove i chip cinesi non hanno ancora raggiunto la stessa stabilità e affidabilità. Ma se Huawei e DeepSeek riuscissero a colmare questo gap, potremmo vedere l’inizio di un nuovo capitolo nella corsa globale all’intelligenza artificiale, con un mercato sempre più frammentato e dominato non più solo da aziende americane, ma anche da protagonisti cinesi pronti a sfidare il monopolio tecnologico occidentale.