Difesa all’italiana

Giovanni Pizzo
13/03/2025
Appunti di Viaggio

Costretti, minacciati, impauriti nei nostri egoismi, nelle nostre pusillanimità, la Difesa Europea per il mantenimento di una pace che ci è stata regalata per 80 anni dal sacrificio di milioni di europei, e non solo, sta prendendo forma. È significativo che Ursula von Der Leyen abbia citato De Gasperi, uno degli artefici insieme a De Gaulle e Adenauer della costruzione europea, davanti al Consiglio dell’Unione.

Catenaccio e palla lunga

Di fatto, dopo anni di calcio all’olandese, di Brexit all’inglese, di rigore senza spesa, se non per il commercio, tedesca ci si ritrova in una Difesa all’italiana. Catenaccio e palla lunga in contropiede, se americani e russi si faranno sorprendere. Quale sarebbe il gol alla Paolo Rossi da segnare? Utilizzare i miliardi stanziati per risollevare le economie dei Paesi europei, e non già per regalare soldi alla bilancia commerciale USA, limitarsi negli acquisti a solo tecnologie che non produciamo nel Vecchio Continente, accelerando sulle partnership europee soprattutto su satelliti e difesa aerea. Siamo in grado di costruire aerei da combattimento, tecnologie spaziali, missilistica e droni tanto quanto gli americani o i russi. Se i droni li sanno fare gli iraniani vuoi che Leonardo non li sappia fare?



I colossi della Difesa Europea, in gran parte posseduti dai governi dei rispettivi Paesi, devono essere finanziati per fornire il meglio del loro bagaglio tecnologico con contratti di fornitura a livello continentale. Questo consentirebbe un aumento di lavoro in questo settore che compenserà per alcuni anni la diminuzione delle capacità produttive dell’automotive, settore in profonda crisi di transizione. Inoltre si deve arrivare ad una ferma volontaria Europea, un Erasmus della sicurezza, integrare e formare nuovi soldati che rappresentino un deterrente a coloro che hanno mire espansionistiche verso di noi. Se vuoi la pace para bellum, dicevano gli antichi romani, che di guerre e conquiste non sono stati secondi mai a nessuno.

De Gasperi inascoltato, 70 anni dopo

De Gasperi 70 anni fa, in una visione assolutamente attuale del mondo, diceva “dobbiamo anche costruire una Difesa comune, non per minacciare o conquistare, ma per fungere da deterrente contro chiunque abbia in odio questa Europa unita. È compito di questa generazione farlo”. Quella generazione, presa dalla corsa al benessere, al boom economico, dopo le ristrettezze e le crisi di due conflitti mondiali, non ci riuscì, nonostante le visioni di uno dei maggiori statisti europei, ora noi siamo costretti a farlo, tertium non datur. A meno che prossimamente non vogliamo i cosacchi sul Tevere o gli stupri yankee del film La Ciociara. La Difesa all’italiana, comunque, ci ha fatto vincere tre campionati del mondo, ed il calcio, soprattutto quello fiorentino, è una metafora della guerra.