Il debito di Angela, alla fine Merkel rompe il tabù dell’austerità
Angela Merkel, figura centrale della politica europea per oltre un decennio, torna a far discutere con le sue memorie, intitolate “Libertà”, in uscita oggi in trenta Paesi. Nel volume, l’ex Cancelliera tedesca affronta uno dei temi più controversi della politica economica tedesca: il cosiddetto freno al debito, una norma costituzionale introdotta durante il suo governo che impone un rigido equilibrio di bilancio agli enti pubblici.
Nonostante abbia sostenuto e promosso l’inserimento di questo principio nella Costituzione tedesca, Merkel propone ora una sua riforma, considerandola necessaria per affrontare le nuove sfide economiche e sociali della Germania. Con queste dichiarazioni, Merkel si inserisce direttamente nel dibattito che ha recentemente portato alla crisi del governo di Olaf Scholz, culminata con la destituzione del ministro delle Finanze liberale, Christian Lindner, noto difensore intransigente del freno al debito.
Il ripensamento strategico
Nel libro, Merkel ribadisce la validità dell’idea originale del freno al debito, introdotta per garantire una gestione responsabile delle finanze pubbliche e preservare le risorse per le generazioni future. Tuttavia, evidenzia come le mutate circostanze economiche, sociali e demografiche rendano necessaria una revisione della norma. Per evitare tensioni sociali e rispondere ai cambiamenti demografici, la Germania dovrebbe consentire un maggiore indebitamento per investimenti futuri, evitando di compromettere la propria coesione sociale e competitività internazionale.
Nell’immaginario collettivo, Merkel è stata per anni sinonimo di austerità e disciplina fiscale, non solo in Germania ma in tutta Europa. Le politiche rigoriste da lei sostenute, presentate come imprescindibili per la stabilità dell’eurozona, hanno rafforzato questa immagine, attirando però critiche per il loro impatto sulla crescita e sulla coesione sociale, specialmente nei Paesi più colpiti dalla crisi del debito sovrano. Tuttavia, già nel 2020, insieme a Emmanuel Macron, Merkel aveva abbracciato una svolta storica con il Next Generation EU, che per la prima volta ha introdotto il debito comune europeo per finanziare investimenti strategici post-pandemia.
Dalla parte del pragmatismo
Come avvenuto durante la crisi dei rifugiati siriani, la Merkel delle memorie appare meno dogmatica e più pragmatica, capace di adattare le sue posizioni alle circostanze. Questo libro conferma l’immagine di una leader in grado di coniugare continuità e flessibilità, mantenendo intatti i principi di base ma rivedendoli per rispondere a situazioni straordinarie.
Merkel sottolinea la crescente pressione su settori fondamentali della spesa pubblica, come la difesa, la ricerca e la sostenibilità. L’ex leader CDU riconosce che gli impegni assunti in ambito NATO, come destinare almeno il 2% del PIL alla difesa, non sono sufficienti per garantire la sicurezza in un contesto geopolitico instabile. Al tempo stesso, la transizione climatica e digitale richiede investimenti consistenti, così come lo sviluppo di infrastrutture verdi e la riconversione industriale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2045.
Nel messaggio di Merkel emerge una combinazione di rigore e pragmatismo. Se da un lato difende il principio del rigore fiscale come fondamento della stabilità economica tedesca, dall’altro riconosce che il XXI secolo richiede un approccio più flessibile. Le tensioni sociali derivanti dalla competizione per risorse limitate possono essere affrontate solo attraverso investimenti mirati e sostenibili, in grado di garantire una prosperità condivisa e duratura.
Con “Libertà”, Merkel non si limita a riflettere sul suo passato, ma offre una visione per il futuro della Germania. La sua apertura alla riforma del freno al debito rappresenta un passo importante nel dibattito politico-economico. Seppur legata nell’immaginario collettivo a un rigore economico quasi dogmatico, le sue memorie mostrano una capacità di cambiare rotta di fronte a eventi straordinari. Per una Germania che si trova a un bivio tra tradizione e cambiamento, la voce di Merkel potrebbe rivelarsi, ancora una volta, decisiva.