La parata della vergogna e la tregua della menzogna: questo sarà il 9 maggio di Mosca

Raniero Maria Cartocci
29/04/2025
Radici

In questi giorni Vladimir Putin ha proclamato un cessate il fuoco in coincidenza con la parata per la Vittoria, che si terrà il 9 maggio. Un momento di celebrazione e memoria per il popolo russo, che ricorda la sconfitta della Germania nazista.

Ma quanto c’è davvero da festeggiare per i cittadini russi? Nulla, oggi la realtà è sempre più sfocata. La Federazione Russa, con la repressione del dissenso e le sue politiche aggressive, è diventata ciò contro cui un tempo aveva combattuto: una minaccia per l’Europa, ora in stato di allerta di fronte a una guerra che incombe sull’orizzonte del continente.

Operazioni di disinformazione, minacce all’Occidente, invasioni mascherate da operazioni di “protezione dei russofoni”: strategie vecchie, ma ancora efficaci, che ricordano da vicino la propaganda nazista, riproposta oggi in chiave russa.

A pochi giorni dal massacro di Sumy — giustificato da Mosca come un attacco a un evento militare — la Federazione Russa chiede una tregua per celebrare una parata. È una paura ingiustificata: Kyiv, finora, ha portato avanti una strategia di attacchi mirati a obiettivi militari russi, cercando di restare nei limiti del diritto internazionale e di non colpire indiscriminatamente la popolazione civile.

Da parte di Mosca, però, non si è osservato lo stesso rispetto. I media filorussi mostrano spesso immagini di droni o missili intercettati che, in diversi casi, avrebbero potuto causare vittime tra i civili. Allora, perché Putin oggi invoca il cessate il fuoco? Per compiacere gli Stati Uniti? È bene ricordare che la parata del 9 maggio si è sempre tenuta regolarmente in Russia, anche negli anni di conflitto, senza particolari problemi di sicurezza.



Non si tratta nemmeno di una supposta superiorità nella difesa aerea: gli attacchi arrivati fin nelle periferie di Mosca lo dimostrano.

L’ultima parata del 9 maggio, inoltre, aveva già mostrato segni di decadenza: pochi mezzi moderni, molti veicoli leggeri, alcuni sistemi Iskander-M, missili Yars RS-24, vecchi Tigr-M, T-34 e T-85 risalenti agli anni ’50, sistemi S-400 Triumf, BTR-82A e prototipi Bumerang ancora non operativi, oltre ai blindati Spartak e 3-STS Akhmat. Nel comparto aereo si sono visti Su-30SM, MiG-29 modernizzati e Su-25: un “red carpet” decisamente povero rispetto allo sfarzo a cui eravamo abituati.

Oggi, senza poter prevedere il futuro, dobbiamo chiederci: perché un cessate il fuoco proprio nel 2025? È un tentativo di mostrare un volto umano di Mosca o una preparazione strategica per un possibile attacco sotto falsa bandiera? Assisteremo a una replica del 1999, quando gli attentati in Russia aprirono la strada alla seconda guerra cecena?

Solo il tempo potrà darci una risposta.