L’alternativa al sovranismo non è la cultura woke, ma il patriottismo europeo
Una fase cruciale per l’Unione Europea
Con l’approvazione della nuova Commissione Von Der Leyen II, l’Unione Europea entra in una fase cruciale, segnata da sfide globali vitali e dall’urgenza di un nuovo equilibrio politico.
L’Europa come gigante di cristallo
Il turbinio che ha contraddistinto la geopolitica mondiale negli ultimi tempi, dalla guerra in Ucraina alle tensioni in Medio Oriente, passando per la rielezione di Trump, ha reso evidente più che mai la necessità di un’Europa solida e unita nelle sue fondamenta. Le velleità ideali che hanno spinto lungimirantemente la formazione dell’Unione negli anni ’90 appartengono ormai al passato; al giorno d’oggi l’unità è necessaria per istinto di sopravvivenza.
A noi cittadini UE non è immediatamente visibile, assuefatti come siamo da economicismo e pace perenne, ma l’attuale Europa inserita nel contesto globale è un gigante di cristallo, priva di una posizione diplomatica unitaria né di alcuna strategia geopolitica di difesa e autosostentamento; perciò i tempi rendono imprescindibile un drastico cambio di passo.
Segnali di rinnovamento europeo
La recente evoluzione politica continentale non sembrerebbe andare in questa direzione, con una Commissione vista come la più debole di sempre; tuttavia potrebbe contenere in sé il seme di un profondo rinnovamento europeo, condizionato da un ulteriore salto di consapevolezza, coraggio e lungimiranza da parte degli attori politici del continente.
Patriottismo europeo: la vera alternativa al sovranismo
Il segnale nuovo è il voto favorevole e l’inclusione nell’Esecutivo dei Conservatori europei, che, seguendo la Presidente Meloni, hanno appoggiato in larga parte la nuova Commissione. Questo gesto delinea un’importante apertura verso l’europeismo e l’adesione ai valori unitari, potenziale premessa della definitiva metamorfosi di meloniani e alleati: da populisti eversivi a forza sistemica di stampo conservatore.
A questo punto, emerge una questione cruciale: l’alternativa al sovranismo non è oggi la cultura woke, bensì il patriottismo europeo. In un’epoca caratterizzata da polarizzazioni e divisioni ideologiche, il patriottismo europeo si pone come via di mezzo tra gli eccessi di un nazionalismo isolazionista e una visione progressista globale priva di radici. È questa prospettiva, radicata nella valorizzazione delle identità nazionali ma proiettata verso una costruzione comune, che potrebbe segnare la svolta necessaria per l’Unione.
Il ruolo dei Conservatori nel futuro dell’UE
Bene così, come diceva Winston Churchill, “chi non cambia idea non cambia nulla”. Per questo noi europeisti non possiamo che essere soddisfatti del cambio di rotta della premier. Ora sta a ECR e alla sua leader dare credibilità alle proprie scelte e compiere il definitivo passo verso la linea, tra l’altro affine ai suoi toni, del Patriottismo Europeo, contribuendo da protagonisti al processo di ricostruzione dell’UE.
Le divisioni interne e la necessità di un allineamento politico
Negli ultimi anni abbiamo infatti plasticamente assistito alla spaccatura di Verdi e Socialisti riguardo alle questioni continentali più dirimenti: dall’appoggio a Von Der Leyen, al sostegno all’Ucraina, passando per le politiche energetiche comuni, fino alla creazione di un esercito europeo e alla posizione relativa ai conflitti mediorientali.
Questa disomogeneità di vedute espone l’UE a una debolezza a cui solo un allineamento di Popolari, Liberali e Conservatori europei può supplire. Nella costruzione politica di questo fronte bisogna ispirarsi al solco delle “linee rosse” tracciate da Manfred Weber (capogruppo del PPE), tese ad escludere i Patrioti (Salvini & Orban) e la verde-sinistra massimalista (The Left e i Verdi irriducibili) per segnare un cambio di passo verso la definitiva emancipazione e autonomia strategica dell’Unione, contraddistinta dalla realizzazione di un esercito unico europeo, dalla gestione razionale e unitaria dell’immigrazione e dall’autosufficienza energetica.
Verso una nuova era per l’Europa
Fare proprio il progetto di riformare l’Unione, trasformandola in un’entità federata e sussidiaria, potrebbe rappresentare il nuovo orizzonte “maturo” dei Conservatori, che nella tutela delle radici possono trovare il seme della Nuova Era per l’Europa, finalmente Sovrana e indipendente.