Lo Stato canaglia: Mosca bombarderà i civili ucraini e Washington starà a guardare

Sofia Fornari
06/03/2025
Frontiere

La decisione di Donald Trump di interrompere la condivisione dell’intelligence americana con l’Ucraina segna un momento di svolta drammatico nella guerra in corso. Significa, in termini brutali, che i satelliti statunitensi continueranno a monitorare i movimenti dei bombardieri russi, ma senza più trasmettere informazioni alle autorità ucraine. Vedranno i missili partire, diretti contro edifici civili, ospedali, centrali elettriche, reti ferroviarie e strade, ma resteranno in silenzio.

Non si tratta solo di un passo indietro nel sostegno militare: è una scelta politica che cambia il ruolo degli Stati Uniti sulla scena globale. Senza intelligence, l’Ucraina sarà ancora più vulnerabile, costretta a combattere alla cieca contro un avversario che gode di un vantaggio strategico crescente. Per la Russia, invece, si apre un’opportunità: colpire con maggiore precisione e impunità, accelerando il logoramento di Kyiv e avvicinando la resa dei conti.

La posta in gioco è chiara. L’abbandono dell’Ucraina sul fronte dell’intelligence è più di un tradimento di un alleato, è un segnale per tutti i tradizionali partner degli Stati Uniti: nessuno è al sicuro. Se oggi Washington può voltare le spalle a Kyiv, chi garantirà che domani non farà lo stesso con Taiwan, con i Paesi baltici o con qualsiasi altro alleato che si trovi sotto attacco?

E ancora, se gli Stati Uniti possono sovvertire proprie scelte strategiche nell’arco di pochi giorni, chi potrà più fare affidamento sulla loro alleanza, sui trattati firmati con loro, sugli impegni assunti? Il principio “Pacta sunt servanda” diverrebbe solo un ricordo e con esso il principio di solidarietà delle democrazie.

Nel lungo periodo, questa decisione potrebbe ridefinire l’ordine mondiale. Gli Stati Uniti non sono più la potenza che garantisce la sicurezza dell’Occidente, ma un Paese che ragiona esclusivamente sulla base di vantaggi di breve periodo pronto a chiudersi in sé stesso, lasciando spazio a Russia e Cina, o accettando con queste una spartizione del mondo basato esclusivamente su rapporti di forza e non sullo stato di diritto. Se la politica di Trump dovesse trasformarsi in un rifiuto sistematico di proteggere i propri alleati, l’America rischia di diventare non più un baluardo della democrazia, ma il più potente Stato canaglia della storia.