Magnette: il proporzionale per evitare l’italianizzazione della politica francese
“La regola del gioco politico francese rende molto difficile la democrazia parlamentare”. È quanto sostiene Paul Magnette, presidente del Partito Socialista belga e professore di teoria politica all’Université libre de Bruxelles, in una intervista rilasciata a Le Monde a proposito della paralisi politico-istituzionale in corso in Francia. Secondo Magnette, l’attuale situazione politica francese, caratterizzata dall’assenza di una chiara maggioranza parlamentare, evidenzia un profondo scollamento tra il sistema istituzionale francese e le necessità di una democrazia parlamentare funzionante.
La crisi della “cultura del compromesso”
La Francia, storicamente legata a un sistema maggioritario a due turni, si trova oggi in una situazione politica simile a quella delle democrazie parlamentari europee. Con l’erosione del “fatto maggioritario” e la necessità di coalizioni parlamentari per governare, emerge una crisi della cultura politica basata sul compromesso. Magnette sottolinea come il sistema francese, centrato sull’elezione diretta del presidente e su una forte personalizzazione del potere, ostacoli il lavoro collettivo e la negoziazione tra partiti.
Il politologo belga critica l’incapacità della classe politica francese di adattarsi a questa nuova realtà. I partiti, spesso strutturati come “scuderie” al servizio di leader carismatici, mancano di radicamento sociale e di stabilità, elementi fondamentali per il funzionamento di una democrazia parlamentare.
L’impatto del sistema elettorale
Il sistema maggioritario a due turni è il cuore del problema. Esso privilegia la competizione diretta tra blocchi politici e penalizza la costruzione di alleanze, indispensabile in un sistema parlamentare. Magnette paragona questa situazione a un giocatore di calcio costretto a rispettare le regole del rugby: “Non impossibile, ma estremamente complicato”. Un’eventuale introduzione della proporzionale alle elezioni legislative potrebbe favorire una maggiore rappresentatività e stabilità, permettendo ai partiti di collaborare senza il timore di essere penalizzati nelle elezioni presidenziali.
Il modello nordico come possibile soluzione
Magnette suggerisce che, in assenza di una riforma elettorale, la Francia potrebbe ispirarsi ai modelli nordici: sistema proporzionale e parlamentarismo. In questi sistemi, anche i governi di minoranza hanno maggiore chance di riuscita, perché si fondano sulla collaborazione parlamentare e sulla necessità costante di un dialogo sociale.
Una crisi di fiducia nelle istituzioni
La recente scelta del presidente francese di affidare il governo a un esponente di destra, sostenuto indirettamente dall’estrema destra, è vista da Magnette come un “denegamento di democrazia”. Una risposta coerente alla situazione attuale sarebbe stata, secondo lui, la nomina di Lucie Castets, figura di consenso del Nuovo Fronte Popolare, per formare un governo di sinistra basato su maggioranze parlamentari. La mancata opportunità di costruire un vero governo di coalizione ha alimentato la crisi di fiducia dei cittadini nelle istituzioni francesi.
Il rischio di bipolarizzazione all’italiana
Senza un cambiamento della “regola del gioco”, Magnette teme che la Francia possa scivolare verso una bipolarizzazione simile a quella italiana, con un blocco unico di destra che includa l’estrema destra. Questa prospettiva sarebbe, secondo il leader socialista, deleteria per la democrazia e per la coesione sociale.
La riflessione di Paul Magnette è un invito a ripensare le fondamenta istituzionali della Francia – e magari anche dell’Italia, di riflesso – per adattarle alla realtà politica attuale. Solo attraverso un profondo cambiamento delle regole elettorali e una nuova cultura del compromesso sarà possibile superare la crisi della democrazia parlamentare e ristabilire la fiducia nelle istituzioni.