Make Europe Great Again. L’appello di Tusk, nostro Donald d’Europa

Agnieszka Zabkowicz
05/01/2025
Poteri

Europa, sei pronta a tornare sulla strada della grandezza e della forza? La Polonia è pronta!” Con questo messaggio tagliente e diretto, Donald Tusk, Primo Ministro polacco, ha scelto di scuotere le coscienze su X, rilanciando la sfida per un continente che ha bisogno di riscoprire ambizione e coraggio. Non è solo retorica: è una chiamata all’azione, un invito a tornare protagonisti. Tusk non parla solo da leader di una nazione: parla da europeista convinto, da statista visionario.

Donald Tusk: il campione di un’Europa che si risveglia

Tusk non è un politico improvvisato. Nato nel 1957 a Danzica, una città simbolo della resistenza e della resilienza, ha vissuto in prima persona le grandi battaglie per la democrazia. Attivista nei giorni bui del regime comunista, è cresciuto con il senso di responsabilità che solo chi lotta per la libertà può comprendere. Da Primo Ministro polacco, dal 2007 al 2014, e poi da Presidente del Consiglio Europeo dal 2014 al 2019, Tusk è stato al centro delle decisioni che hanno modellato l’Europa di oggi.

Il suo ritorno alla guida della Polonia nel 2023 non è stato solo un evento politico nazionale, ma un segnale per tutto il continente: il nazionalismo non è una malattia cronica. Il suo messaggio è chiaro: l’Europa deve smettere di essere spettatrice delle proprie crisi e tornare al centro della scena globale.

La visione di Tusk per l’Europa: coraggio e concretezza

Make Europe Great Again” potrebbe sembrare un’eco americana, ma Tusk ne ribalta il significato. Dove Trump predica un nazionalismo divisivo, Tusk offre un patriottismo europeo costruito su coesione, innovazione e determinazione. Per lui, l’Europa non deve solo restare unita: deve tornare a essere una potenza economica, industriale e tecnologica. Non è un’opzione, è una necessità. Senza questa spinta, non si può sostenere il welfare generoso che caratterizza il modello europeo, né affrontare le sfide globali.

E Tusk non si limita alle parole. Il programma “East Shield“, con cui ha rafforzato i confini polacchi, dimostra la sua capacità di agire. La proposta di una forza navale nel Mar Baltico contro le attività ostili della Russia è un altro esempio del suo pragmatismo. Con lui, le promesse diventano realtà, e la sicurezza europea prende forma concreta.


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La Polonia oggi è il motore d’Europa

Con Tusk al timone, la Polonia non è solo un Paese dell’Unione: è il suo motore. Il semestre di presidenza polacca del Consiglio dell’UE, iniziato il 1° gennaio 2025, è disegnato per affrontare le grandi sfide, o quanto meno per indirizzarle. Sicurezza, innovazione tecnologica, sostenibilità energetica, rafforzamento dell’industria europea: non c’è aspetto che resti fuori dall’agenda.

Tusk sa che la forza dell’Europa non risiede solo nella sua economia o nella sua difesa, ma anche e soprattutto nel suo risveglio politico, intellettuale e morale dal torpore. Basta derive nazionaliste da un lato e illusioni woke e peace&love dall’altro, la missione è chiara: costruire un’Europa che non solo affronti le crisi globali, ma le domini, guidata dai suoi valori fondanti di democrazia, solidarietà e libertà.

“Are you ready?” L’Europa deve rispondere

L’Europa è pronta a raccogliere questa sfida? Tusk ha posto la domanda, e la risposta deve arrivare non solo dai governi nazionali, ma da tutti i cittadini europei. Siamo pronti a lasciarci alle spalle il dolce declino e a imboccare la strada del coraggio e della grandezza?

Il futuro del continente dipende dalla nostra capacità di agire, di unirci e di credere nella visione di un leader che ha già dimostrato di sapere come trasformare le sfide in opportunità.



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