Ondata di arresti e repressione in Georgia: la Presidente chiede aiuto all’Europa
Brutali arresti tra i leader dell’opposizione
Le tensioni in Georgia raggiungono un nuovo picco di crisi politica e sociale. Oggi, il leader del partito di opposizione ed ex ministro Nika Gvaramia è stato brutalmente picchiato e arrestato dalle forze dell’ordine. L’uomo è stato portato fuori dalla sua abitazione privo di coscienza. Parallelamente, la polizia ha fatto irruzione nella sede del partito Girchi, arrestando Gela Khesaia, una figura prominente del gruppo, e procedendo a perquisizioni in diverse sedi dei partiti di opposizione. Durante queste azioni sono stati confiscati kit medici e materiali utilizzati dai manifestanti per proteggersi durante le proteste.
Repressione diffusa contro i manifestanti
I manifestanti riportano che la polizia ha effettuato perquisizioni, detenzioni e sequestri di maschere antigas nelle stazioni della metropolitana vicine al luogo della protesta, mentre le folle si dirigevano verso Rustaveli Avenue. Si segnala anche che la vendita di equipaggiamento protettivo, come maschere antigas ed elmetti, è stata limitata proprio nella giornata di oggi.
Arresti di altri attivisti prominenti
Anche Zviad Tsestkhaldze, fondatore di Dafioni, un’organizzazione giovanile impegnata nella mobilitazione contro la legge sugli agenti stranieri, è stato arrestato, insieme a Vepkhvia Kasradze e Vaso Kabelashvili della Coalizione Georgia Forte. La repressione politica in atto non ha precedenti recenti nella storia recente del Paese.
Proteste in espansione in tutto il Paese
Le manifestazioni, iniziate nella capitale Tbilisi, si sono estese rapidamente a Batumi e Kutaisi, rispettivamente la seconda e la terza città della Georgia. I manifestanti, solidali con i leader dell’opposizione arrestati, si sono radunati in massa nelle piazze e nelle vie principali. Su Rustaveli Avenue, sede del Parlamento georgiano, i manifestanti si sono riuniti per il settimo giorno consecutivo sotto lo slogan “Bidzina should be sanctioned”, in riferimento a Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito al governo, Sogno Georgiano.
Organizzazione e resistenza nelle proteste
Nei giorni scorsi, su Shota Rustaveli Avenue, la via principale di Tbilisi sui cui insiste anche il Parlamento, i manifestanti hanno affrontato le forze dell’ordine con barricate mobili e una resistenza organizzata su più livelli. In prima linea si trovano dimostranti armati di fuochi d’artificio, utilizzati per respingere le forze di polizia. La seconda linea è composta da giovani muniti di maschere antigas, che raccolgono e neutralizzano le capsule di gas lacrimogeno immergendole in secchi d’acqua o tagliando bottiglie di plastica per contenerle.
Davanti al Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi, sono stati organizzati un ospedale da campo e punti ristoro per gestire gli effetti dei gas lacrimogeni, mentre ai manifestanti vengono offerti zuppa calda, tè e dolci, garantendo un minimo supporto logistico durante le lunghe giornate di protesta.
La Presidente Zourabichvili e il ricorso all’Europa
La Corte Costituzionale della Georgia ha respinto il ricorso presentato dalla Presidente Salomé Zourabichvili, convalidando così i risultati delle elezioni. La Presidente continua a denunciare la guerra ibrida portata avanti da Mosca, accusata di minacciare la volontà dei cittadini georgiani di aderire all’Unione Europea.
Bidzina Ivanishvili: l’ombra dietro la repressione
Bidzina Ivanishvili, imprenditore miliardario e politico, è il fondatore del partito Sogno Georgiano e uno degli uomini più influenti in Georgia. Nonostante abbia ufficialmente lasciato la politica attiva nel 2021, Ivanishvili continua a essere considerato il principale artefice delle decisioni politiche del governo.
In un’intervista pre-elettorale del 22 ottobre, Ivanishvili aveva dichiarato: “Coloro che sono nemici del popolo e del Paese devono essere banditi.”, preannunciando il clima di repressione attuale, da molti definito come una sorta di “processo di Norimberga” contro l’opposizione politica.