Perché UEFA e UE consentono alla Stella Rossa di promuovere Gazprom e Putin?
Chi ieri sera ha guardato la partita di calcio tra Milan e Stella Rossa di Belgrado, valevole per il sesto turno di Champions League, avrà probabilmente notato che sulle maglie dei giocatori della squadra serba campeggia uno sponsor “particolare”: Gazprom. Si tratta di una enorme incoerenza non solo per la UEFA, ma anche per l’Unione Europea.
Mentre l’organizzazione calcistica continentale ha interrotto nel 2022 la propria partnership con il colosso energetico russo a seguito dell’invasione dell’Ucraina, non ha imposto restrizioni ai club per gli sponsor individuali. Così, la Stella Rossa continua a portare il marchio Gazprom in giro per i campi europei, compreso appunto San Siro.
Gazprom: non un semplice sponsor, ma un’arma politica
Questo legame tra il club serbo e Gazprom, attivo dal 2010, non è solo una questione sportiva ma anche politica. La Serbia è il ventre molle dei Balcani: è un Paese candidato all’adesione all’Unione Europea, ma il suo establishment mantiene stretti rapporti con Mosca, e la sponsorizzazione di Gazprom in favore della squadra bandiera del calcio serbo ne è un simbolo evidente.
L’azienda energetica russa non è un semplice sponsor commerciale: è una delle principali fonti di finanziamento del regime dittatoriale russo, alimentando non solo la guerra in Ucraina ma anche una serie di iniziative di destabilizzazione politica e sociale in altre aree strategiche. Gazprom è al centro delle operazioni di pressione e disinformazione russa in Georgia e Moldova, oltre che dei tentativi di inquinamento democratico in Romania e in molti altri Paesi europei, Balcani inclusi.
L’assenza di intervento da parte della UEFA lascia spazio a una questione più ampia: l’Unione Europea dovrebbe affrontare il tema direttamente con il governo serbo.
Il caso Ferencváros: la UEFA continua a ignorare il problema
Permettere che Gazprom usi il calcio europeo come piattaforma per il soft power russo rappresenta una minaccia non solo per lo sport, ma anche per la sicurezza e la stabilità politica di una parte rilevante del continente europeo.
La UEFA, dal canto suo, ha scelto di scaricare la responsabilità sui singoli club, permettendo alla Stella Rossa di mantenere un accordo che la collega direttamente al governo russo. La situazione solleva interrogativi sulla coerenza delle sanzioni sportive e sull’efficacia delle misure adottate per contrastare l’influenza russa nelle istituzioni europee, anche sportive. La sponsorizzazione di Gazprom non è neutrale: rafforza la macchina di propaganda e destabilizzazione russa, mette a rischio la sicurezza collettiva e i valori democratici che l’UE e le sue istituzioni dovrebbero tutelare.
Un caso simile si verifica in Ungheria, dove il Ferencváros – squadra del cuore nel premier Viktor Orban – da mesi sta negoziando una sponsorizzazione con Gazprom. La questione ha suscitato critiche da parte del partito liberale di opposizione Momentum, che ha sollecitato la UEFA a intervenire per bloccare l’accordo, ma per ora il governo del calcio europeo fa spallucce.
AAA. Cercasi un parlamentare europeo interessato a farsi portavoce di questa questione presso le istituzioni comunitarie e presso la stessa UEFA, il cui ufficio di rappresentanza a Bruxelles si trova a pochi metri dall’ingresso principale del Parlamento Europeo.