Tusk schiaffeggia Orbán: “Conseguenze per chi sta con Putin”

Sofia Fornari
25/01/2025
Poteri

La politica europea è di nuovo teatro di forti tensioni diplomatiche, con Viktor Orbán, primo ministro ungherese, al centro delle polemiche. Donald Tusk, ex premier polacco e attuale presidente di turno dell’Unione Europea, ha lanciato un duro attacco contro Orbán, accusandolo di schierarsi dalla parte di Vladimir Putin in un momento cruciale per la sicurezza e il futuro dell’Europa.

In una dichiarazione che ha già fatto il giro delle cancellerie europee, Tusk ha affermato:

Se il primo ministro Viktor Orbán davvero bloccherà le sanzioni europee in un momento cruciale per la guerra, sarà assolutamente chiaro che, in questo grande gioco per la sicurezza e il futuro dell’Europa, sta giocando nella squadra di Putin, non nella nostra. Con tutte le conseguenze che ne derivano”.

Orbán minaccia il veto alle sanzioni

L’ultima crisi politica si è scatenata dopo che Orbán ha minacciato di porre il veto al nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, messo sul tavolo dall’Unione Europea come risposta all’escalation della guerra in Ucraina. L’Ungheria ha giustificato la sua posizione sostenendo che ulteriori misure punitive contro Mosca rischierebbero di danneggiare l’economia europea, ma molti leader europei vedono questa presa di posizione come un tentativo deliberato di sabotare l’unità dell’Unione in un momento cruciale. D’altro canto, appena pochi giorni fa, era stato lo stesso Putin a insinuare il dubbio che le sue quinte colonne nella UE sarebbero entrate più esplicitamente in azione.

Orbán ha dichiarato che il suo governo non approverà le sanzioni senza garanzie concrete sugli interessi energetici ungheresi, in particolare sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas e petrolio russo. Questo atteggiamento ha messo in allarme Bruxelles, poiché un veto potrebbe rallentare l’azione coordinata contro la Russia e indebolire la posizione dell’Europa sulla scena internazionale.

Le parole di Donald Tusk e le possibili conseguenze

Se Orbán decidesse effettivamente di bloccare le sanzioni, le conseguenze potrebbero essere significative:

  1. Isolamento politico dell’Ungheria
    La minaccia di veto rischia di isolare ulteriormente Budapest sul piano diplomatico. I leader europei, già esasperati dalle posizioni ambigue di Orbán nei confronti della Russia, potrebbero intensificare le pressioni politiche ed economiche per contenere le sue azioni.
  2. Blocco dei fondi europei
    L’UE potrebbe rafforzare l’utilizzo dei meccanismi legati al rispetto dello Stato di diritto per sospendere o ridurre i fondi destinati all’Ungheria. Bruxelles ha già avviato in passato misure simili per rispondere alle violazioni democratiche di Orbán.
  3. Attivazione dell’articolo 7 del Trattato sull’UE
    Le minacce di Orbán potrebbero riaccendere il dibattito sull’attivazione dell’articolo 7, che consente di sospendere i diritti di voto di uno Stato membro in caso di violazione grave dei valori fondamentali dell’Unione. Questo sarebbe un passo preliminare verso un potenziale isolamento istituzionale di Budapest.

L’Europa al bivio

La minaccia di veto di Orbán rappresenta un momento critico per l’Unione Europea. Da un lato, ribadisce la necessità di rafforzare i meccanismi per garantire che tutti gli Stati membri rispettino i valori e gli obiettivi comuni. Dall’altro, sottolinea la fragilità dell’unità europea quando si tratta di affrontare sfide geopolitiche di portata globale.

Le parole di Donald Tusk risuonano come un monito: l’Europa non può permettersi divisioni interne mentre affronta una delle sue crisi più gravi. Orbán, con le sue azioni, rischia di ridefinire il ruolo dell’Ungheria nell’UE, aprendo un dibattito che potrebbe segnare il futuro del continente. La palla ora passa a Bruxelles, chiamata a decidere se rispondere con fermezza o cercare un compromesso con un alleato sempre più problematico.